18 Giu LA MOSSA GIUSTA, ENRICO FRANCESCHINI.
“Gli scacchi vi insegneranno quando è il tempo di attaccare, quando è il tempo di ritirarvi e quando conviene semplicemente aspettare”.
Ossip Bernstein ha imparato così il gioco della vita, su una scacchiera. Anzi, sulle scacchiere di tutto il mondo, dove ogni mossa apriva infinite possibilità, e dove fortuna e debolezza erano in agguato dietro ogni scelta.
Con La mossa giusta (Baldini+Castoldi), Enrico Franceschini ci porta sulla grande scacchiera della storia, attraverso le rivoluzioni e le guerre del Novecento, per raccontarci la straordinaria vicenda del grande giocatore di scacchi Ossip Bernstein, personaggio realmente esistito. Una fiction biografica intrisa di suspense che intreccia storia, vita, immaginazione a suon di colpi di scena.
Ebreo Ucraino, brillante avvocato della finanza a Mosca e tra i più forti giocatori di scacchi al mondo, Bernstein è stato un uomo che ha guardato in faccia il suo più grande avversario, il destino, giocandosi ogni partita fino all’ultima mossa. Un uomo, con la sua forza e la sua frangibilità. Attirato dal vizio, dal gioco in tutte le sue forme, dalle sfide impossibili ma con una fede indistruttibile nella tradizione, nella famiglia e nell’identità ebraica, in cui si rispecchia pur non essendo credente.
Il sipario si apre a Odessa, Ucraina, nel 1918. Durante la guerra civile fra rossi e bianchi, sette uomini sono davanti a un plotone di esecuzione. Poco prima di aprire il fuoco, uno degli ufficiali bolscevichi riconosce un nome tra i condannati, quello del famoso giocatore di scacchi. L’ufficiale propone al prigioniero una partita: se perde, sarà fucilato; se vince, dimostrando di essere il vero campione della scacchiera, avrà salva la vita. Il condannato, Ossip Bernstein, ebreo ucraino espropriato dalla rivoluzione, accetta. La sua vittoria segna l’inizio di un’avventura memorabile che lo porterà, e ci porterà, dalla caduta dell’Impero russo alla nascita dell’Unione Sovietica, dalla Parigi degli anni ruggenti al crollo di Wall Street, attraverso la Seconda guerra mondiale, l’Olocausto, la nascita dello Stato di Israele fino alla guerra fredda, dove un’altra partita deciderà le sorti della storia.
I volti dei più grandi protagonisti del secolo scorso si susseguono, pagina dopo pagina, fra scrittori, artisti, intellettuali, uomini di potere, in un viaggio nel passato che può aiutarci a comprendere le complesse dinamiche della nostra contemporaneità.
Ed ecco che la scacchiera diventa metafora dell’esistenza, mostrandoci come prendere la decisione giusta al momento giusto, fare affidamento sulla nostra esperienza e accettare le conseguenze delle nostre scelte.
Tra un’apertura, un arrocco e uno scacco matto, le durezze della vita non hanno risparmiato Ossip, come il gioco spietato degli scacchi, prima o poi, non risparmia nessun giocatore. Tuttavia Bernstein è animato da una profonda fiducia negli esseri umani, nel futuro, nell’Europa democratica. Un grande campione che ci insegna a non essere preda delle difficoltà, a guardare avanti, a metterci alla prova accettando la vittoria quanto la sconfitta o la patta.
Dopotutto, come scrive Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso,“così è la vita: cadere sette volte e rialzarsi otto”.
E a ciascuno la sua partita.