Quel che la marea nasconde. Maria Oruña.

Quel che la marea nasconde

Quel che la marea nasconde. Maria Oruña.

Come risolvere un omicidio avvenuto in una stanza chiusa dall’interno, dove non vi è traccia alcuna dell’assassino né dell’arma del delitto? 

Grandissimi scrittori e scrittrici della migliore tradizione del giallo si sono cimentati con questo rompicapo. Edgar Allan Poe, Gaston Leroux, Agatha Christie, Sir Arthur Conan Doyle sono sono alcuni tra i più celebri.

Quel che la marea nasconde di María Oruña vuole essere un omaggio a questa tradizione letteraria, una storia che attualizza e rielabora il giallo della camera chiusa affrontando tematiche attuali come la morte, il femminismo, la dialettica tra Monarchia e Repubblica (molto sentita in Spagna), e la disabilità.

Quel che la marea nasconde è il quarto libro della fortunatissima serie spagnola di Puerto Escondido dedicata alle indagini della tenente Valentina Redondo e il primo tradotto in italiano.

Un crimine irrisolvibile. Un omicidio della camera chiusa, come quei romanzi di inizio Novecento che intrattenevano i lettori giocando a immaginare quale poteva essere il limite dell’impossibile.

La trama di Quel che la Marea Nasconde

Ambientato nell’alta società della città costiera di Santander,  Quel che la marea nasconde racconta di un omicidio su una goletta restaurata, durante un party esclusivo. Una donna potente e molto odiata, presidente di un prestigioso club di tennis, viene trovata morta all’interno di una cabina chiusa a chiave dall’interno. Il caso si presenta da subito senza nessuna apparente spiegazione, nessuna traccia dell’assassino né dell’arma del delitto.

Sarà la tenente Valentina Redondo a indagare su questo caso impossibile.

Cos’è l’enigma della camera chiusa?

La nascita del giallo come genere letterario viene fatta risalire tradizionalmente all’opera “I delitti della Rue Morgue” di Edgar Allan Poe, apparso sulla rivista The Graham’s Magazine di Philadelphia nel 1841.

Poe, con il suo detective Auguste Dupin, presenterà in questo racconto il topos dell’enigma della camera chiusa, ripreso e portato al suo apice da celebri autori come ad esempio Gaston Leroux con Il mistero della Camera Gialla del 1907 e Agatha Christie con Il Natale di Poirot pubblicato nel 1939.

Questo modello narrativo consiste nella costruzione di un crimine apparentemente irrisolvibile, commesso in una stanza impenetrabile, senza alcuna apparente possibilità di uscita per l’assassino.

Nel giallo della camera chiusa la domanda principale non è tanto chi è l’assassino o qual è il suo movente, ma piuttosto come è avvenuto l’omicidio. Generalmente in questi romanzi viene scoperta prima la dinamica dell’omicidio e solo successivamente rivelato il nome del colpevole. 

Questo genere di storie rappresentano sicuramente un’intrigante sfida all’ultimo colpo di logica fra lo scrittore e il lettore. Ma il gioco non è senza regole. Il caso non deve prevedere una soluzione paranormale ma risolversi con l’intelligenza e la logica. Non sono ammessi inganni né deus ex machina di sorta.

Inoltre nei delitti della camera chiusa non dovrebbero comparire passaggi segreti, pannelli rimovibili nascosti che conducono al di fuori della stanza, soprattutto se questi elementi non sono stati presentati fin dall’inizio al lettore. Ciò che conosce l’investigatore è tutto ciò che conosce il lettore. Questa è la regola fondamentale. Non si bara.

Quel che la marea nasconde ci riserverà una soluzione brillante quanto inaspettata, nel pieno rispetto di tali regole.

Lo stile narrativo di Quel che la Marea Nasconde

L’autrice dimostra di essere perfettamente a proprio agio all’interno di questo genere letterario, lo dimostrano i numerosi riferimenti alla tradizione disseminati all’interno del libro.

La storia è scritta in terza persona e ogni capitolo inizia con una citazione tratta da romanzi di autori che hanno trattato l’enigma della camera chiusa. Questo da un lato funge come spunto per altre letture e dall’altro fornisce al lettore indizi riguardo al contenuto del capitolo stesso. 

L’ambientazione elitaria della storia costituisce inoltre un chiaro richiamo ai gialli dei primi anni Venti, che vedono ambientati efferati delitti all’interno della società alto borghese. All’inizio del libro ritroviamo anche una mappa della goletta, altro richiamo a questa tradizione.

La scrittura di Maria Oruña è essenziale, senza fronzoli, non si dilunga in descrizioni se non strettamente necessarie ai fini della storia. La narrazione segue uno sviluppo cronologico lineare, raramente interrotto da brevi flashback. 

Fatti e personaggi vengono consegnati al lettore senza alcun giudizio da parte dell’autrice.

La maggior parte dei giorni su questa terra trascorre solamente per essere dimenticata, poi arrivano momenti che cambiano tutto, che fanno svanire quello che siamo, per obbligarci a percorrere altre strade.

In definitiva

Amo quelle storie che, oltre al piacere della lettura, mi aprono nuovi orizzonti. Quel che la marea nasconde rientra a pieno titolo in questa tipologia di libri.

Ho appreso aneddoti storici che non conoscevo e numerosi spunti utili per approfondire il genere. 

Maria Oruña è riuscita a farmi entrare in empatia con il personaggio della tenente Redondo, che ho trovato credibile nella sua psicologia: tormentata da un profondo senso di colpa, si porta dentro un grande dolore. Valentina ha una personalità sfaccettata e, come tutti noi del resto, non priva di contraddizioni: forte e coraggiosa nel fronteggiare il crimine, fragile e insicura nella vita privata.

Nel corso della lettura sono disseminate dall’autrice delle frasi molto profonde e riflessive sul senso dell’esistenza, di cui ovviamente ho preso nota. Ho trovato il finale intenso e commovente e quindi il mio parere su questa lettura non può che  essere positivo. 

L’unico difetto, se così possiamo definirlo, risiede nella caratterizzazione di uno dei personaggi: l’italiano macho, una sorta di toy boy mediterraneo, con giri loschi nelle scommesse. Uno stereotipo che credevo ormai superato.

Nonostante questo dettaglio, Quel che la marea nasconde si è rivelata una buona e piacevole lettura che consiglio a chi piacciono i gialli. Prossimamente verranno pubblicati anche gli altri libri della serie del tenente Redondo che leggerò sicuramente. 

María Oruña (Vigo, 1976), laureata in Legge, ha esercitato per dieci anni come avvocato. Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, La mano del arquero, e nel 2015, con il successo internazionale di Puerto escondido, decide di dedicarsi interamente alla letteratura. Quel che la marea nasconde è il quarto libro della serie dedicata alle indagini di Valentina Redondo, e il primo tradotto in italiano.

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