Eredità. Vigdis Hjorth.

Immagine Libro Eredità.-Vigdis-Hjorth.-Fazi-Editore

Eredità. Vigdis Hjorth.

They could not stand my person because of what they had done to me.

Dopo aver tagliato i ponti con la propria famiglia, a far ripiombare Bergljot, ormai madre e moglie, in un passato insanabile è la morte del padre e un’eredità da spartire con i suoi tre fratelli. Le questioni familiari, che a poco a poco si scatenano attorno alla spartizione dei beni, farà emergere antiche ferite mai rimarginate. Un testamento vuole che le due case al mare siano destinate alle due sorelle minori Åsa e Astrid, mentre i due fratelli maggiori Bergljot e Bård vengono tagliati fuori. L’origine di questa esclusione rivelerà radici profonde che scopriamo affondare in un’infanzia, per Bergljot e Bård, molto diversa da quella delle due sorelle minori:

Chi non avrebbe saputo dell’esistenza degli altri due figli, aggiunse, avrebbe pensato di trovarsi davanti a una famiglia normale e armoniosa.

Il confronto attorno alla spartizione dell’eredità offrirà a Bergljot l’occasione per spezzare le catene del silenzio e dare voce a quelle parole alle quali nessuno dei suoi familiari aveva mai voluto credere in un atto di verità mancato. La spartizione dell’eredità di famiglia diventerà ben altro che un lascito economico, tramutandosi in un fardello enorme e scomodo da spartire affinché l’indicibile possa trovare voce:

Non si può perdonare ciò che non è stato oggetto di ammissione!

Silenzio attorno. Solo la neve ad attutire i colpi dell’anima che si disperdono in un vuoto echeggiante di rabbia e angoscia violenta, segreti e verità mai guardate. Una vita fatta di parole scomode, soffocate, che si ripercuotono nella mente di Begljot con la dirompenza di un flusso di pensieri vorticosi dai contorni non sempre ben definibili.

L’autrice Vigdis Hjorth, una delle più importanti scrittrici contemporanee della Norvegia, ci catapulta tra le correnti imprevedibili del flusso di pensieri della protagonista. In un tempo liquido, diluito tra un passato e un presente che si mescolano di continuo, riaffiorano frammenti di ricordi, attraverso i quali conosciamo la storia di Bergljot. Una disperazione taciuta per troppo tempo irrompe violenta e rumorosa nei suoi pensieri, in netto contrasto con il silenzio che avvolge non solo la natura che la circonda, in cui spesso cerca una tregua dal suo mondo interiore, ma anche i rapporti con i suoi familiari.

Lo stile narrativo segue questo flusso di pensieri, trasportando il lettore fino all’ultima pagina senza quasi che se ne accorga. Il linguaggio pulito e diretto, nei richiami a Kierkegaard o a Freud dalle derive più astratte, scorre attraverso una punteggiatura minimale e l’assenza totale di discorsi diretti. Tutta la comunicazione tra Bergljot e la sua famiglia è indiretta, filtrata da lettere, messaggi e telefonate. Una cortina omertosa è stata così costruita negli anni, per non guardare in faccia un reale inaccettabile quanto impronunciabile, al di là della razionalità del linguaggio: insesto, dicono i suoi genitori. Nemmeno riescono a dare il nome a ciò che non si può sentire, rigettato a tal punto da non riuscire nemmeno a pronunciarlo.

Ogni cosa è connessa alle altre. Per chi si muove con le orecchie tese allo scopo di capire, nessuna frase risulta innocente.

Vigdis Hjorth ci conduce attraverso i cocci di quella che era una famiglia, facendoci inciampare su frammenti di vergogna, sensi di colpa, rabbia, gelosie e distanze. Eredità è un romanzo dall’impronta fortemente psicologica, spietato e peculiare nella narrazione. È una storia mostrata non descritta, che ci cattura sin dalle prime pagine per rivelare sul finale la trama in tutta la sua potenza simbolica.

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Titolo: Eredità
Autore: Vigdis Hjorth
Traduzione: Margherita Podestà Heir
Casa Editrice: Fazi Editore
Anno di edizione: 2020
Genere: romanzo
Pagine: 373
Voto: 4/5

Vigdis Hjorth è nata a Oslo nel 1959, è una delle scrittrici norvegesi più conosciute e stimate. Ha esordito nel 1983 con Pelle-Ragnar i den gule gården, grazie al quale il Ministero della Cultura norvegese le ha attribuito il premio per il miglior romanzo d’esordio. Ha pubblicato più di trenta libri, fra cui una ventina di romanzi, conquistando i premi letterari più svariati. Eredità, vincitore del Norwegian Booksellers’ Prize e del Norwegian Critics Prize for Literature – i due principali riconoscimenti norvegesi –, è il romanzo con cui ha ottenuto la fama internazionale, rientrando nella rosa dei finalisti del National Book Award for Translated Literature nel 2019.



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